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Dicono di noi

Offrire ai ragazzi affetti da gravi patologie, in particolare di natura oncologica,
un ambiente accogliente e costruito su misura
per le loro esigenze di giovani esseri umani e non di malati
rappresenta un obiettivo di grande rilievo che risponde a un bisogno particolare
non solo dei ragazzi, ma anche delle loro famiglie.
Gioia, divertimento, spensieratezza rappresentano, infatti, elementi positivi nel percorso di cura
e offrono valore aggiunto nella ricerca della guarigione.

Silvio Magliano
Presidente VSSP Associazioni di Volontariato di Torino e Provincia

La nostra Associazione “Progetto Giada”Onlus, si prefigge di accogliere, assieme alle loro famiglie, i bambini affetti da gravi patologie prevalentemente oncologiche offrendo loro un ambiente accogliente, sereno e NON trattati come dei malati, nel post dimissione dagli ospedali e tra una terapia e l’altra prescritte dagli enti sanitari, non in sostituzione agli stessi ma in continuità operativa ai medesimi, NON quale struttura di ospitalità ma quale struttura straordinaria di particolare recupero del benessere.
A maggior precisazione l’obiettivo del “Progetto GIADA” è prendersi cura, non di curare, non solo i piccoli pazienti oncologici ma anche i bambini e gli adolescenti che si trovano a confrontarsi con la malattia cancro insorta in familiari diretti.
La gioia, il divertimento e la spensieratezza, che la loro età abbisogna e che ritrovano in questo ambiente, rappresentano elementi positivi nel loro percorso di cura e di vita ed hanno comprovata efficacia terapeutica.

…se ci raccontano qualcosa di divertente al termine dello scoppio di riso si ha un rilascio di endorfina che funge da oppioide endogeno. L’endorfina rilasciata produce un effetto calmante, antidolorifico, euforizzante e immunostimolante.Lo stimolo risorio, da intendersi come situazione che spinge al riso, viene rilevato dal cervello attraverso i sensi della vista e dell’udito e va a colpire la zona del cervello deputata a riconoscere situazioni come questa e a scatenare, il riso. […]
Apparato neuroendocrino: il riso libera le endorfine cerebrali, morfine naturali che agiscono contro il dolore. Le endorfine hanno tutti i vantaggi delle sostanze antalgiche senza averne gli inconvenienti;
Apparato neurovegetativo: ridere diminuisce lo stress dovuto all’eccitazione del sistema simpatico e porta all’attivazione del parasimpatico, assicura una rigenerazione dell’organismo, un miglioramento del sonno ed un migliore funzionamento di tutti i meccanismi di autoguarigione del corpo;
Apparato psichico: il riso è un grande stimolante psichico, infatti costituisce una barriera morale di ottimismo , scaccia le piccole inquietudini, le angosce e provoca una vera e propria disintossicazione morale.

da: Gelotologia: quando ridere diventa scienza
Università Cattolica del Sacro Cuore
Facoltà di Medicina e Chirurgia del POLICLINICO UNIVERSITARIO GEMELLI di ROMA

Tra gli innumerevoli studiosi e ricercatori che si occupano del problema citiamo il Dottor Andrea Messeri Primario del servizio di terapaia del Dolore e Cure palliative dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “A. Meyer” di Firenze, che riferisce quanto segue:
“Le tecniche non farmacologiche sono metodi che attraverso l’uso della sfera mentale permettono di raggiungere un livello di concentrazione psichica, e uno stato di rilassamento, con cui il bambino riesce a staccarsi mentalmente dagli stati di dolore fisico, ansia e paura legati alla malattia e/o alla procedura medica cui è sottoposto. In conclusione numerosi ed afficaci sono i metodi in nostro possesso per il trattamento del dolore in età pediatrica, dove è ormai largamente accettato un approccio multimodale associando le tecniche farmacologiche e quelle non farmacologiche”.
Dunque l’Associazione, perseguendo esclusivamente finalità di solidarietà sociale, si pone in via esclusiva l’obiettivo di porre in essere attività di natura sociale, necessarie a prendersi cura di minori affetti da patologie (in prevalenza oncologici) nel post-dimissione da ospedali per acuti e da strutturare sul territorio, ivi inclusi minori che pur non provenendo da strutture necessitano dei servizi offerti, senza distinzione politica, sociale e religiosa.

La casa dove dimentichi le tue pene
perchè devi rispondere a chi ne ha di maggiori.
La realtà che ti pone di fronte
allo specchio della tua coscienza.
Dimensione in cui cominci a non porti più domande
ma ad offrire risposte.
Incontro di brava gente che prende per mano i più deboli,
l’umanità migliore,
quei piccoli innocenti che hanno il potere di scaldare i cuori.
Questo è “Progetto Giada”

Piero Filippa
Socio dell’associazione “Progetto GIADA” ONLUS

L’Associazione si pone di operare presso struttura adatta alla realizzazione degli obiettivi preposti, con la disponibilità di personale competente che consenta di fornire innanzitutto promozione ludico-culturale, continuità scolastica, assistenza religiosa, supporto psicologico, assistenza fisioterapica e riabilitativa, continuità delle cure prescritte.

Alcune patologie spesso modificano la vita del malato e dei suoi congiunti, la malattia oncologica è a pieno diritto fra queste. Il percorso del paziente oncologico è pieno di aspettative, di delusioni, di paura per sé e per gli altri. E’ altrettanto risaputo che è difficile parlare del proprio stato d’animo con i cari, così come è faticoso, triste e straziante ascoltare il malato. Eppure il bisogno di condividere è imperativo, così come il desiderio di ritornare alla normalità. Questo desiderio è ancora più evidente sui bambini che vogliono ridere, giocare e sapere; essi generalmente sono positivi e fiduciosi mai risentiti.
L’Associazione “Progetto GIADA” ONLUS con i suoi progetti ha anche come obiettivo consentire ai pazienti oncologici di sperimentare “una vacanza” dove con discrezione c’è l’assistenza sanitaria che faccia fronte ad ogni eventuale accadimento, dove ci sono gli animatori per piccoli e grandi che propongano attività idonee alle tipologie di ospiti, ed una struttura dove sia possibile la condivisione, la scelta di attività individuali e il gradimento del paesaggio. Il tutto rimanendo aderenti alla realtà della malattia e al suo stadio, rendendo possibile un’avventura in cui affidarsi agli altri e trovare lo spazio è la dimensione a cui ogni individuo anela. Fare esperienza di quanto sia importante la qualità di vita in ogni suo aspetto senza sentirsi “lontani e isolati”

LA NOSTRA AVVENTURA:
Prendiamo in mano il dolore
abbracciamo la rabbia
apriamo il cuore alla speranza
accarezziamo la sconfitta
accogliamo il futuro
ringraziamo il passato
viviamo il presente.
Coraggiosamente condividiamo l’attimo amando e lasciandoci amare!

Emilia Tiso
Socio dell’associazione, Infermiera volontaria Sorella C.R.I.

L’Associazione si dispone e già si adopera con altre realtà per fare “RETE”, una rete di associazioni, comitati, amministrazioni e di persone che con professionalità, capacità ed umanità possa prendersi cura delle famiglie in cui i bambini vivono l’esperienza di malattia. Ne è comprova diretta l’evento “Viviamo insieme un’esperienza”, rivolta alle famiglie in cui i bambini vivono la malattia di un proprio genitore, realizzata presso Forno di Coazze per opera della Croce Rossa Italiana, nei comitati di Villar Dora, Druento e Rivoli, del Gruppo A.N.A. Alpini di Giaveno con il socio Dario Galletto, dell’Amministrazione Comunale di Giaveno con il Sindaco Daniela Ruffino, del Gruppo Scout laico di Torino, del gruppo di Protezione Civile nella persona di Gianni Gontero, del mago “Vito Svito”, dell’Associazione culturale “Il Cerchio”, la Diocesi di Torino, il falconiere Daniele Cominetti e tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato, in particolare la città di Giaveno che con le sue partecipate manifestazioni ha permesso e sostenuto l’iniziativa.

Prendendo spunto dallo slogan della Regione Piemonte “Non c’è cura senza cuore” io adatterei questo slogan, ideato per il tema dei trapianti, al CUORE che ci mettono tutti i volontari di “Progetto Giada” Onlus oltre alle singole competenze. Questo tentativo di realizzare un binomio di cure eccellenti affiancate a sostegno non solo psicologico ma UMANO è la mission di “Progetto Giada” Onlus oltre che la mia, strappando sorrisi a bambini in gravi difficoltà fisiche e stimolandoli positivamente a reagire alla malattia con la forza del sorriso e dell’ amore per la vita. Purtroppo questo in un mondo governato da interessi a volte occulti (non sempre ciò che sembra bene è veramente bene) spesso contrasta con le attività di un’Associazione come “Progetto Giada” Onlus che invece è motivata solo da grande Passione interiore. Questo fa la differenza della nostra Associazione rispetto ad altre che ne hanno fatto un business.
Prendo a prestito uno slogan che è di Padre PIO, che condivido in pieno, e che farei solgan dedicato ai giovani malati a cui ci dedichiamo, oltre che ai volontari per la passione che mettono in ciò che fanno e facciamo: LA VITA E’ UNA LOTTA DALLA QUALE NON POSSIAMO RITIRARCI.

Andrea Beretta
Socio dell’associazione e guardiaparco

L’Associazione trae origine dall’esperienza vissuta di Giada Bugnone, una bimba a dir poco speciale, particolarmente piena di vita, generosa ed umile, nata l’11 aprile 1997 ad Amese (TO) e sale al cielo il 10 gennaio 2010.
“E’ stata per tutti Noi e lo sarà sempre di più prezioso, generoso, valido insegnamento”!

L’Associazione “Progetto GIADA” ONLUS si propone di offrire al piccolo paziente oncologico un momento di attività e di risorsa ludico-ricreativa nell’ambito del corso della sua malattia, sia in fase attiva che di follow up. L’offerta ludica in ambito extra-ospedaliero cementa il suo razionale nella convinzione scientificamente provata che il “diversivo” gestionale nel bambino ammalato cronico faccia aprte integrante della terapia globale: sia cioè una diversificazione positiva finalizzata al benessere quotidiano, concretizzata nelle attività più consone alle indoli dei singoli e intese come alternative e integrative rispetto ad una realtà non voluta e spesso drammaticamente accettata.
La proposta di gestione la intendiamo come non “contro” la gestione medica: il nostro ruolo non deve intendersi come antitetico ma parallelo alla gestione medica, fondamentale e necessaria per il benessere, la qualità del quotidiano e la guarigione futura; il nostro ruolo deve intendersi come complementare e integrato al momento medico curativo. Non vi è spazio nel nostro ruolo per attività o pratiche non confortate da un supporto scientifico né tanto meno alternative ad esso.
A tal fine riteniamo che la comunicazione, anzi le direttive medico sanitarie dateci dagli oncologi curanti siano e debbano essere la base del nostro rapporto con il piccolo paziente. All’uopo riteniamo di fondamentale importanza e, anzi, prioritario, un rapporto fiduciario con i medici curanti ospedalieri e tutto il personale che segue il paziente nel suo iter: ogni dato e, quindi, ogni eventualità e rischio incidente sulla salute sarà da noi ricercato e prudentemente ed attentamente valutato con gli oncologi, i radioterapisti, i radiologi e tutto lo staff che ha in cura il paziente. Nulla sarà mai posto in essere se non nell’interesse e nella tutela del paziente e con il consenso informato dei genitori e l’approvazione dei medici oncologi curanti.
I bambini saranno sempre seguiti da personale motivato e qualificato: è stata nostra avvedutezza proporre un corso di formazione ai volontari gestito da noi stessi per quanto meglio potessimo attuare: la preparazione è avvenuta presso le sedi della Croce Rossa Italiana e ha compreso nozioni di clinica oncologica di base, di rianimazione e gestione dell’urgenza, di psicologia del piccolo paziente e di relazionalità con la famiglia. Il mantenimento di un costante profilo formativo aggiornato sarà nostra premura primaria e garantiremo ai volontari la presenza in questi corsi di oncologi, psicologi, infermieri, in costante relazionalità interattiva con i familiari dei pazienti o con chi ha avuto esperienze simili.
Un presidio medico ed infermieristico sarà sempre presente nel corso dei nostri eventi.
Sarà nostra cura avere un rapporto sempre più tenace con l’organizzazione “F.A.R.O.” al fine di inserire tra i nostri obiettivi anche quello di gestire non solo i piccoli pazienti oncologici ma anche i bambini o gli adolescenti che si trovano a confrontarsi con la malattia cancro insorta in familiari diretti.

Gianmaria Bonardi
Medico oncologo, socio dell’Associazione

Ad Oggi l’associazione è sostenuta nelle Sue finalità dall’Unione comuni della Val Sangone comprendente Giaveno, Trana, Reano, Coazze, Valgioie e Sangano, e dalle amministrazioni comunali di Almese, Avigliana, Villar Dora, Villar Focchiardo, Condove, Susa, Rivoli, Corio, Andezeno, Nole, Lanzo Torinese, Orbassano, Vinovo, Caselette, Borgone, Pianezza, Rubiana, Buttigliera Alta.

Il Progetto GIADA come da Suo Statuto non ha limiti territoriali di competenza stante la tipologia di intervento e di target beneficiario (tanti sono gli stranieri che giungono in Italia per fruire delle cure che le strutture Ospedaliere possono loro offrire): è per questo motivo che l’Associazione osa estendersi anche oltre i confini nazionali per poter offrire indistintamente il suo operato.

Il nostro Paese sta affrontando un periodo economico particolarmente difficile, con gravi risvolti finanziari che fisiologicamente e direi anche in maniera inconsulta, si abbattono come macigni con tagli sugli investimenti in ambito sociale ed ancor più gravi nell’attuazione di tagli drastici rivolti soprattutto all’Assistenza Socio-Assistenziale.
In tale contesto due anni fa, il 2 agosto 2011 si è costituita l’Associazione “Progetto Giada Onlus” in memoria del calvario vissuto da mia figlia Giada, portata via da un male devastante che non è riuscito però a sconfiggere la sua dignità di vivere e di vivere al meglio ogni istante che ci è concesso. Progetto Giada incarna in ciò che svolge ed in ciò che si prefigge, totalmente, il pensiero e per quanto breve, l’esempio di vita che mia figlia Giada ci ha lasciato a testimonianza del suo passaggio su questa terra, indicando il cammino necessario a dar sollievo ai pazienti ed alle loro famiglie, dando e realizzando sin dai suoi primi passi a oggi quanto è possibile donare con la volontà e con la forza d’animo che viene espresso da tutti i suoi componenti, la gioia di vivere e la serenità di ogni istante anche tragico, perché non si riesce ad essere insensibili alla carezza al cuore che dona il sorriso di un bimbo malato che si rispecchia nella serenità, anche di un breve attimo, dei suoi famigliari.
Ma tutto ciò non è abbastanza se le Istituzioni si dimenticano inopinatamente di sostenere la dignità di vivere di chi soffre nella malattia; non possono dimenticarsi di quanto accade a queste persone indifese che lottano con tutte le loro forze per vivere e vivere con la gioia di vivere.
Per raggiungere tale scopo “Progetto Giada” ha bisogno degli sforzi di tutti, privati pregni di buona volontà e Istituzioni tutte, che non rendano vani gli sforzi sin qui sostenuti per donare un “Sorriso ad ogni Bambino” ed ai loro famigliari, e non riuscire in questo equivale a una sconfitta dell’essere umano. L’obbiettivo per concretizzare in maniera continuativa ciò che sin qui si è attivato, è l’affidamento di un luogo da fiaba per far vivere con dignità e felicità momenti di vita da donare ai bimbi ed alle loro famiglie, un luogo unico che c’è ed esiste all’interno del parco della Mandria, Villa dei Laghi. Rendiamo la vita a questi bimbi in un sorriso, non li si può deludere.

Mauro Bugnone
Papà di GIADA e socio dell’Associazione

L’Associazione a due anni dalla sua nascita, 02 agosto 2011, invoca l’esplicazione delle sue attività nella suggestiva sede individuata e raggiunta già talvolta a fronte di richiesta alla Regione Piemonte, all’ente Parco e ai suoi organi, ma non ancora conseguita per inespresso parere da parte del Governatore Regionale Roberto Cota e del direttore della Reggia di Venaria Alberto Vanelli. L’Associazione ha esortato a mezzo di vari contatti con le autorità responsabili regionali, solo alcune disponibili ad ascoltare, l’avere a disposizione la sede più suggestiva e più fantastica dove possa concretizzarsi e donarsi ai “piccoli amici di Giada” e loro famiglie sano benessere come dalle finalità sopra esposte. Il silenzio degli organi regionali è volto a occultare il no ufficiale mentre si dispone a progetti futili, dispendiosi, e che solo marginalmente hanno a che vedere con fini socio-culturali. L’intervento dell’Associazione “Progetto GIADA” è assolutamente un approccio innovativo che offre un servizio che ancora non è stato sviluppato sul territorio italiano, è di forte supporto alla struttura sanitaria regionale che ne giova indirettamente anche dal punto di vista economico dato il comprovato effetto in affiancamento alle cure farmacologiche. è a complemento di talune iniziative già operanti sul territorio.
Si confida nell’operato di tutti, indistintamente, affinché non sia solo l’esperienza della malattia ad interrompere l’indifferenza, ma sia la sensibilità insita nella natura umana a spronare al bene.